https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/issue/feed Elephant & Castle 2024-12-16T22:43:47+01:00 Elephant & Castle elephantandcastle@unibg.it Open Journal Systems <p><strong><em>Elephant &amp; Castle</em></strong>, proprio come una nota stazione della metropolitana londinese. Una rivista, dunque, come luogo d'incontro, di incroci e snodi di idee, in cui l'esperienza del transito sia più importante del punto d'arrivo, l'intrecciodei dialoghi più decisivo delle conclusioni: «Tutto il problema della vita è dunque questo – scrive Pavese nel <em>Mestiere di vivere</em> –: come rompere la propria solitudine, come comunicare con altri. Così si spiega la persistenza del matrimonio, della paternità, delle amicizie. Perché poi qui stia la felicità, mah! Perché si debba star meglio comunicando con un altro che non stando soli, è strano. Forse è solo un'illusione: si sta benissimo soli la maggior parte del tempo. Piace di tanto in tanto avere un otre in cui versarsi e poi bervi se stessi: dato che dagli altri chiediamo ciò che abbiamo già in noi. Mistero perché non ci basti scrutare e bere in noi e ci occorra riavere noi dagli altri.»</p> <p>Credo che si possa rispondere in svariati modi all'affascinante quesito di Pavese, e mi auguro che gli interventi ospitati su questa rivista ne possano essere l'esemplificazione.</p> <p align="right">Alberto Castoldi</p> https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/553 Introduzione 2024-12-16T22:43:47+01:00 Paolo Cesaretti paolo.cesaretti@unibg.it Ioannis M. Konstantakos iokonstan@phil.uoa.gr Cecilia Nobili cecilia.nobili@unibg.it <p>Un’esperienza teatrale che ha visto la messa in scena del <em>Simposio</em> platonico presso l’Università degli studi di Bergamo offre l’occasione per riflettere su questo testo e sui suoi aspetti di “teatralità”, sull’eco con cui continua a manifestarsi nella cultura europea a distanza di secoli, e sul simposio stesso, come istituzione cardine della cultura greco-romana e non solo. L’insieme dei contributi raccolti in questo volume, ad opera di studiosi di discipline diverse, fornisce una nuova chiave di lettura sul simposio nella sua dimensione più ampia, rituale, diacronica e geograficamente diffusa, e fa riecheggiare la voce di Socrate e Diotima, oltre che nel teatro, anche nell’arte, nella letteratura e nella filosofia.</p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/548 Recitare Platone. Una sorprendente peripezia teatrale dove il pensiero si fa carne 2024-11-22T17:55:13+01:00 Christian Poggioni c.poggioni@gmail.com <p><span style="font-weight: 400;">Se mettere in scena un dramma Shakespeariano chiede di dar corpo e voce a un turbine di sentimenti ed emozioni, mettere in scena un dialogo di Platone chiede di dar corpo e voce a un flusso di pensieri. In entrambi i casi la chiave è la </span><em><span style="font-weight: 400;">parola,</span></em><span style="font-weight: 400;"> che in teatro può diventare carne, suono e azione. Portare Platone su un palcoscenico presuppone un lavoro specifico sul testo, poiché la lingua filosofica deve farsi anche lingua teatrale: in che modo? Partendo da una traduzione scrupolosa per approdare ad un fraseggio fluido, musicale, ritmico che stimoli e rafforzi la gestualità e la mimica dell’attore. Quasi 200 repliche di </span><em><span style="font-weight: 400;">Simposio</span></em><span style="font-weight: 400;"> e </span><em><span style="font-weight: 400;">Apologia di Socrate</span></em><span style="font-weight: 400;">, ascoltate nell’arco di un decennio da un pubblico variegato che abbraccia, oltre ai classici appassionati di teatro, studenti di scuole superiori – e non solo licei, ma anche istituti tecnici – accademici, ordini di avvocati e magistrati nonché turisti stranieri in visita presso famosi siti archeologici – per i quali Apologia è stata appositamente allestita in lingua inglese – hanno dimostrato che la profondità del pensiero platonico può essere trasmessa e rimeditata in modo coinvolgente, piacevole e possibilmente emozionante.</span></p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/549 “…E Socrate li costringeva a convenire…” (223d2): elementi drammatici nel Simposio di Platone 2024-12-03T16:01:49+01:00 Dino De Sanctis dinodesanctis@unitus.it <p>Nel <em>Simposio</em> Platone inserisce l’indagine su eros sviluppata nei discorsi che si tengono a casa di Agatone all’interno di una precisa strategia narrativa nella quale si avverte l’eco programmatica del dramma. Nel mio articolo intendo osservare alcuni aspetti di questa ripresa letteraria. Nella fattispecie, oltre al motivo della porta, mi soffermerò sull’<em>incipit</em> e sull’<em>explicit</em> del dialogo e sulla presenza di un personaggio ἄκλητος, per dimostrare il visibile influsso della commedia sul dialogo almeno per quanto riguarda il piano narrativo.</p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/544 Diotima: An Improved Female Paradigm Against Aristophanes’ Thesmophoriazusae 2024-09-11T10:23:38+02:00 Penelope Volpi penelope.volpi@unimi.it <p>In Plato’s <em>Symposium</em>, Socrates praises Eros through Diotima, thus introducing a female voice into a quintessentially male institution. In doing so, I argue, he appropriates Agathon’s theory of <em>mimesis</em> as found in Aristophanes’ <em>Thesmophoriazusae</em>. By reporting Diotima’s words, not only does Socrates reply to Agathon’s speech in the <em>Symposium</em>; he also puts forth an improved female paradigm against the backdrop of Aristophanes’ Agathon and, more in general, <em>Thesmophoriazusae</em>. In the appendix, I will consider Christian Poggioni’s solo performance of the <em>Symposium</em>, which emphasises precisely the connection between Plato and Aristophanes. Among other things, this informs his decision to use a theatrical mask only when delivering Diotima’s reported words. In sum, my own reading and Poggioni’s performance seem to complement and reinforce each other.</p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/543 Socrates as Eros: the models of erastēs in Plato's Symposium 2024-09-12T16:24:18+02:00 Efstratios Karydopoulos efstratioskarydopoulos@gmail.com <p>In the <em>Symposium</em>, Plato presents six speakers praising the god Eros and his impact on human life. In this essay, I propose that each speaker describes a particular model of <em>erastēs</em> or <em>erōmenos</em>, which directly corresponds to the speaker’s own social status and is present in Athens of the V<sup>th</sup> and IV<sup>th</sup> B.C. At the banquet an unofficial contest unfolds among the speakers regarding the most prominent and superior model of <em>erastēs</em> in classical Athens. In Socrates’ speech, Plato introduces a new model of <em>erastēs</em> in the city, the philosopher-<em>erastēs</em>. Plato intends to demonstrate the superiority of the philosopher-<em>erastēs</em> in comparison to the other models of <em>erastēs</em>. As it becomes evident in Alcibiades’ speech, Socrates himself is the philosopher-<em>erastēs </em>in the city, who surpasses the other models of <em>erastēs</em> by implanting <em>aporia</em> in the Athenian people and leading them to self-consciousness through his philosophical <em>logoi</em>. In the conclusion of my essay, I argue that Plato’s intention in the <em>Symposium</em> is to present Socrates as the embodiment of Eros, who turns everyone into a lover of true Beauty and redirects them to their inner self.</p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/552 The Educational Merits of Banquets and Wine Consumption in Plato’s "Symposium" and "Laws" 2024-12-14T15:32:33+01:00 Vasileios Liotsakis v.liotsakis@uop.gr <p>In this paper, I endeavor to demonstrate that the similarities between the <em>Symposium</em> and the Athenian’s normative agenda about banquets in the <em>Laws</em> are so close and so many that it can justifiably be argued that in the <em>Symposium</em> Plato follows a system of values which we also find in its entirety in the <em>Laws</em>. I argue that this agenda is inextricably related in Plato’s mind to the virtue of courage, the other part of which entails practicing keeping in check one’s fears in battle. Socrates, although not the most appropriate candidate for the position of a banquet’s head, undoubtedly resists more than anyone else in the <em>Symposium</em> the “enemies” he confronts at the party and thereby emerges as not only the most moderate but also as the most courageous of all.&nbsp;</p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/545 Alcune osservazioni sugli aspetti di teatralità del Simposio di Platone 2024-09-10T10:41:10+02:00 Lisa Zanzottera lisa.zanzottera@unicatt.it <p>Il <em>Simposio</em> di Platone è un testo dalla solida struttura filosofico-retorica che contiene anche importanti <em>escamotage</em> teatrali. Il legame di quest’opera con la scena è, in realtà, evidente: Agatone celebra la sua vittoria alle Grandi Dionisie. Al convito discorre Aristofane. Il <em>Simposio</em>, pur non scritto come canonica drammaturgia teatrale, è stato però più volte messo in scena. Si pensi, in Italia, al lavoro di Carlo Rivolta nato negli anni Novanta, sostenuto da Giovanni Reale, alla <em>mise en espace</em> della Fondazione Collegio San Carlo in collaborazione con Emila Romagna Teatro Fondazione del 2017 e allo spettacolo di Christian Poggioni del 2019. Il lavoro vuole evidenziare gli <em>escamotage</em> teatrali del Simposio e valutare come le <em>performance</em> valorizzino l’opera. Si affronterà anche il problema dell’adattamento drammaturgico e della traduzione: per rappresentare Platone sono necessarie una struttura e una lingua adatte alla scena ma che non impoveriscano i concetti filosofici.</p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/547 Indo-vino: enigma e simposio rituale nei culti femminili 2024-10-10T10:27:11+02:00 Tullia Spinedi tullia.spinedi@unibg.it <p>L'atto di porsi reciprocamente indovinelli, nell'ambito della tradizione culturale greca, è abitualmente associato al contesto del simposio, che si connota come istituzione tipicamente maschile. D'altra parte, alcuni autori antichi (Plutarco, nelle <em>Questioni conviviali</em>, e Ateneo, nei <em>Sapienti a banchetto</em>) offrono testimonianza di pratica enigmistica in contesti di simposio rituale femminile: lo studio propone una raccolta delle fonti e alcune osservazioni su forme e funzioni di enigmi e indovinelli nel contesto dei culti in cui sono inseriti (Adonia di Samo e Agrionia di Cheronea), per approdare ad alcune considerazioni di carattere generale.</p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/536 Il simposio e la tradizione platonica: origine e sviluppi del mito del coppiere divino 2024-09-12T16:21:23+02:00 Francesco Ottonello francesco.ottonello1@gmail.com <p>Il contributo esamina l’origine e gli sviluppi del mito del coppiere divino Ganimede in rapporto al simposio e alla tradizione platonica, mediante un’analisi comparatistica di varie fonti letterarie e iconografiche.<br />La sua figura, presente già in Omero (<em>Il.</em> V 259-72, XX 230-235), è interpretata in modi differenti nel corso dei secoli, dando luogo a tre principali linee di lettura: di tipo (omo)erotico, simbolico e storico-evemeristico.<br />Un legame precipuo di Ganimede con la dimensione simposiale emerge da Teognide (1345-50) a Euripide (<em>Cyc</em>. 577-689), oltre che nelle prime rappresentazioni iconografiche della ceramica ateniese di tardo VI a.C.<br />Nelle <em>Leggi</em> (I 636c-d), Platone suggerisce una genesi cretese del mito, che è possibile connettere con i rapimenti iniziatico-rituali dell’isola. Nel <em>Fedro</em> (255c-d), invece, rielabora ulteriormente la sua figura leggendola come simbolo di elevazione spirituale e unione divina, così come fa Senofonte nel <em>Simposio</em> (VIII 30), prendendo in considerazione l’etimologia.</p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/535 Donna a banchetto nell’antichità: Cleopatra VII 2024-09-06T15:04:50+02:00 Ilaria Monti ilaria.monti97@gmail.com <p>Nella <em>Vita di Antonio</em> Plutarco riferisce del sontuoso banchetto offerto da Cleopatra VII, ultima regina ellenistica e sovrana d’Egitto, a Marco Antonio, che ricambia a sua volta, in occasione del loro incontro a Tarso; fatto descritto, con qualche differenza, anche da Socrate di Rodi. A partire da tali fonti l’articolo vuole riflettere sulla donna a banchetto nell’antichità confrontando passato e presente, da Omero sino alla fine dell’età ellenistica ossia l'inizio dell'età augustea, tra Oriente ed Occidente mediterranei, mondo greco e mondo etrusco e romano. Tornando a Cleopatra, si esaminano altri convivi organizzati dalla Regina insieme ad Antonio in relazione al circolo dei ‘Viventi inimitabili’ fondato dai due: inviti all’insegna del lusso e del divertimento ma aventi altre finalità. In ultimo, l’immagine di Cleopatra che beve vino a banchetto offre l’occasione per una riflessione, ancora in chiave comparatistica, sul rapporto tra la donna ed il vino nell’antichità.</p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/542 Cenabis civiliter 2024-09-26T15:45:49+02:00 Ambra Russotti ambra.russotti2@unibo.it <p>Il simposio come occasione di ritrovo sociale è senz’altro uno tra i temi più presenti nel <em>corpus</em> di Marziale. In particolare, sono numerosi i componimenti di natura scoptica in cui l’epigrammista sbeffeggia, con toni più o meno velenosi, chi, dal suo punto di vista, non è in grado di rispettare le norme che tale forma di ritrovo impone: il risultato è una galleria di personaggi resi grotteschi dai propri eccessi (così, ad esempio, lo Zoilo protagonista di 3, 82), dalla goffaggine (cfr. ad es. 11, 31), dalla mancanza di generosità o dalla scarsa attenzione per gli altri (cfr. ad es. 2, 79, o 3, 14). Scopo del contributo è fornire una rassegna, articolata per tipi, delle infrazioni del galateo simposiale denunciate da Marziale, tenendo conto di una peculiare implicazione antropologica: i conviti descritti dal poeta di Bilbili non sono mai incontri fra pari.</p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/526 L’anti-simposio di Luciano: motivi parodici nel Simposio o i Lapiti 2024-07-16T22:57:21+02:00 Lucia Floridi lucia.floridi2@unibo.it <p><em>Il Simposio o i Lapiti</em> di Luciano di Samosata, lo si è notato più volte, ha tra i suoi principali modelli il <em>Simposio</em> di Platone, di cui rappresenta un comico rovesciamento. L’illustre modello è rivisitato attraverso il massiccio innesto, nella cornice strutturale del banchetto dei filosofi, di temi e motivi della tradizione comica e satirica. L’ibridazione che ne consegue è perfettamente in linea con il programma di Luciano, che in più luoghi si vanta di aver fuso due generi in origine reciprocamente estranei: il dialogo, serio e austero, e la commedia, libera e ridanciana, che aveva spesso tra i suoi bersagli polemici proprio i protagonisti del dialogo filosofico (<em>Prom. es</em> 6). <br />In questo lavoro passerò in rassegna alcuni dei temi comico-satirici di cui si nutre il testo lucianeo. Mi concentrerò, in particolare, su tre nuclei tematici: l’infrazione del galateo simposiale in relazione alla giusta misura nel mangiare e nel bere; gli eccessi erotici; le forme dell’intrattenimento simpotico. L’obiettivo è quello di suggerire che, accanto a personaggi e <em>topoi</em> tratti direttamente dalla commedia, nel <em>Simposio</em> agisca anche la memoria di una tradizione parodico-satirica più ampia, che arriva forse a inglobare le suggestioni di un genere popolare sfuggente come quello che ha per protagonista la figura del <em>gryllos</em>, rifunzionalizzato in vista del gioco di rovesciamento parodico intorno a cui è costruito l’intero testo.</p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/534 Convivi pericolosi. Il banchetto come trappola mortale nel mondo occidentale antico e tardoantico 2024-09-18T22:54:00+02:00 Elena Gritti elena.gritti@unibg.it <p>Il simposio o il convivio, termini propri di due culture diverse, greca e latina, sono due tipologie di attività interpretabili come sistema codificato di segni, che si presta dunque a plurime letture. Se <em>symp</em><em>όsion </em>veicola il significato di “bere insieme”; <em>convivium </em>rimanda invece a “vivere insieme”. La marcata componente esistenziale del secondo termine può indurre subito un interrogativo: si trattò spesso di occasioni di pacificazione o diletto fra amici, come lasciò intendere già Cicerone (<em>fam. </em>IX, 24), oppure a volte prevalse la volontà di cogliere il momento per risolvere delicate questioni politiche o familiari, a danno di uno o più specifici convitati? Il banchetto in epoca imperiale romana, ma ancora nella tarda antichità e oltre, nascose molte insidie, la più ovvia fra tutte: l’avvelenamento (Montanari 1989; Cilliers, Retief 2000). Il reato di avvelenamento risultò molto frequente nell’antichità, così come fu diffusa la conoscenza di droghe, veleni e avvelenatori (Nutton 1985).</p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/550 Il “pane degli angeli” fra liturgia e filosofia 2024-12-06T17:14:47+01:00 Riccardo Saccenti riccardo.saccenti@unibg.it <p>Il <em>Convivio</em> di Dante si apre con l’immagine del “pan degli angeli” con cui viene indicato il contenuto dottrinale della sapienza con cui “banchettano” i grandi filosofi e dalle cui briciole l’Alighieri intende ricavare l’alimento per allestire un convivio a cui sono invitati soprattutto i nobili perché riacquistino consapevolezza del loro ruolo. Il richiamo al <em>panis angelicus</em> lega la metafora conviviale del testo dantesco non solo alla tradizione del convito filosofico, che raccoglie i dotti a discutere in una ricerca condivisa del vero. Emerge anche l’immagine del convivio “eucaristico”, nel quale ci si ciba di quel pane che a seguito della consacrazione divien corpo di Cristo, cioè di colui che è Verbo e Sapienza. Il contributo intende riprendere il modo in cui l’Alighieri declina la nozione di “pane degli angeli”, cercando di cogliere come i motivi, liturgici, teologici e filosofici, oltre che letterari, che sottendono al testo del <em>Convivio</em>, vengano utilizzati per arrivare ad una elaborazione originale sul tema della sapienza e del sapere come cibo per gli intelletti.</p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/551 “Come una commedia”: aspetti della fortuna del discorso di Aristofane nel Simposio dal mondo antico a Rabelais 2024-12-11T09:25:08+01:00 Michele Corradi michele.corradi@unipi.it <p>Il discorso di Aristofane è certamente uno dei passi più famosi del <em>Simposio</em> di Platone. In linea con il personaggio che lo pronuncia, il logos, come è stato spesso sottolineato dalla critica, risulta una sorta di pastiche costruito da Platone a partire da fonti varie, alcune delle quali riconducibili a opere conservate di Aristofane. Se la natura comica del discorso di Aristofane è stata ben compresa da Plutarco nelle <em>Questioni conviviali</em> (VII 710c), non sempre il testo è stato interpretato in questa prospettiva. I lettori antichi e moderni ne hanno spesso privilegiato gli aspetti filosofici, offrendo talvolta complesse interpretazioni allegoriche. Tuttavia, è possibile ricostruire una fortuna letteraria autonoma di alcuni motivi presenti nel brano. Ad oggi manca ancora uno studio completo del <em>Nachleben</em> del discorso di Aristofane. Questo contributo si propone di ricostruirne alcune tappe significative fino al Rinascimento: da Aristotele a Plutarco, dal romanzo ellenistico a Eusebio, da Ficino a Rabelais.</p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/539 Il luogo teatrale nella Nouvelle-France seicentesca. Il banchetto celebrativo nei collegi gesuiti 2024-10-10T17:05:48+02:00 Elena Mazzoleni elena.mazzoleni@unibg.it <p>Fonti documentarie portano a identificare il banchetto allestito nei collegi gesuiti della Nouvelle-France seicentesca come un luogo teatrale di segno sociopolitico. A partire dalla prima <em>réception</em> (allestimento scenico per le entrate trionfali di antico regime) francocanadese attestata, <em>Le Théâtre de Neptune en la Nouvelle-France</em> (1606) di Lescarbot, si documentano e si studiano le celebrazioni politico-conviviali dei collegi gesuiti seicenteschi, in particolare i banchetti allestiti in onore dei governatori francesi. Nel Settecento e nell’Ottocento la natura spettacolare del convito celebrativo canadese permane: le <em>réceptions</em> sono associate a repertori tragicomici e scene di Commedia dell'Arte. Epicentro delle relazioni tra il teatro e il suo contesto sociopolitico, il banchetto allestito nei collegi gesuiti si configura, dunque, come un luogo teatrale, capace peraltro di rispecchiare i processi di contaminazione drammaturgica e spettacolare all’origine delle arti sceniche nordamericane moderne.</p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/546 Il passaggio dell'amore 2024-09-13T17:24:02+02:00 Riccardo Fanciullacci riccardo.fanciullacci@unibg.it <p>L’articolo si propone di ricostruire l’interpretazione offerta da Luisa Muraro dell’insegnamento di Diotima esposto nel <em>Simposio</em> platonico. Tale interpretazione viene messa a confronto con ciò che è in discussione nel dibattito attuale sia a proposito del significato del discorso di Diotima, sia a proposito della questione dell’esistenza storica di questo personaggio. La lettura di Muraro muove dal problema dell’esistenza o inesistenza storica di Diotima per introdurre poi la questione dell’esistenza simbolica e dunque il problema dell’assimilazione da parte di Platone di un insegnamento in cui sono ancora leggibili tracce di un sapere delle origini. Viene chiarita la concezione epistemologica che legittima la ricerca di tali tracce al di là della ricostruzione filologica, ma senza cadere in una violenza ermeneutica gratuita. Nel sapere della mistica delle beghine, Muraro trova le parole e i concetti per riscoprire alcune virtualità dell’insegnamento di Diotima (in particolare, riguardo al rapporto tra amore, desiderio e contingenza) contro l’appropriazione platonica poi sviluppata nel platonismo cristiano.</p> 2024-12-16T00:00:00+01:00 Copyright (c) 2024 Elephant & Castle