Elephant & Castle https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac <p><strong><em>Elephant &amp; Castle</em></strong>, proprio come una nota stazione della metropolitana londinese. Una rivista, dunque, come luogo d'incontro, di incroci e snodi di idee, in cui l'esperienza del transito sia più importante del punto d'arrivo, l'intrecciodei dialoghi più decisivo delle conclusioni: «Tutto il problema della vita è dunque questo – scrive Pavese nel <em>Mestiere di vivere</em> –: come rompere la propria solitudine, come comunicare con altri. Così si spiega la persistenza del matrimonio, della paternità, delle amicizie. Perché poi qui stia la felicità, mah! Perché si debba star meglio comunicando con un altro che non stando soli, è strano. Forse è solo un'illusione: si sta benissimo soli la maggior parte del tempo. Piace di tanto in tanto avere un otre in cui versarsi e poi bervi se stessi: dato che dagli altri chiediamo ciò che abbiamo già in noi. Mistero perché non ci basti scrutare e bere in noi e ci occorra riavere noi dagli altri.»</p> <p>Credo che si possa rispondere in svariati modi all'affascinante quesito di Pavese, e mi auguro che gli interventi ospitati su questa rivista ne possano essere l'esemplificazione.</p> <p align="right">Alberto Castoldi</p> it-IT Elephant & Castle 1826-6118 Secondo movimento. Rappresentazione https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/494 <p><span style="font-weight: 400;">Nel secondo numero dedicato all’intrico spazio-temporale e interdisciplinare rappresentato dal ‘movimento’, riprendiamo il concetto di ‘generazione’. Dopo averne definito la filatura prospettico-cognitiva quale azione, ossia come modellizzazione condivisa dell’esperienza che dà corpo a una successione storico-semantico-esperienziale, ci concentriamo sulla sua tessitura discorsiva e testuale, sulla direzionalità creatrice e creativa di </span><em><span style="font-weight: 400;">Genealogie</span></em><span style="font-weight: 400;">, </span><em><span style="font-weight: 400;">matrici</span></em><span style="font-weight: 400;"> e </span><em><span style="font-weight: 400;">filiazioni</span></em><span style="font-weight: 400;">. Ci spostiamo cioè sul più esteso, e più profondo, campo di un movimento inteso come rappresentazione dell’immaginario generazionale: lo facciamo mettendo a fuoco i processi, in primo luogo linguistici e discorsivi, che rendono possibile tale modellizzazione di memoria e di senso, attraverso specifiche operazioni, o movimenti, di strutturazione comunicativa, espressiva, simbolica e metacognitiva.</span></p> Fabio Cleto Stefania Consonni Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 Il padre dorme, i figli parlano. La legge del padre riscritta nel "Cortegiano" https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/487 <p><span style="font-weight: 400;">Il saggio esamina la nascita dell’ordine fraterno, cioè della ‘democrazia’ nella sua accezione più ampia, in un testo chiave del Rinascimento, il </span><em><span style="font-weight: 400;">Libro del Cortegiano</span></em><span style="font-weight: 400;"> di Baldassarre Castiglione. Qui cortigiani riuniti una sera alla corte di Urbino creano a poco a poco una posizione di potere per sé stessi eliminando la figura paterna del duca Guidubaldo, sopprimendo le loro rivalità e plasmando un comune ideale dell’Io. Proprio come il patriarcato, tuttavia, il regime collaborativo dei fratelli è costruito sul silenzio delle donne – sorelle, mogli e madri – e non solo delle dame di corte del primo Cinquecento. </span></p> Valeria Finucci Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 Costruzioni identitarie nel cinema di animazione contemporaneo tra identificazioni genitoriali ed eredità generazionali https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/475 <p><span style="font-weight: 400;">L’articolo analizza il ruolo che i meccanismi di identificazione con i genitori hanno nella costruzione identitaria di figlie e figli nel cinema di animazione contemporaneo. In particolare sottolinea il valore di questi processi nella trasmissione ereditaria inter-generazionale. Un primo paragrafo tratteggia i caratteri principali della complessità e della flessibilità identitaria contemporanea contrapposte alla rigidità delle concezioni precedenti. Un secondo passaggio presenta i meccanismi di identificazione come uno dei principali processi che possono conferire ordine e stabilità alle identità, in equilibrio dinamico fra solidità e flessibilità. La seconda parte dell’articolo prende in esame </span><em><span style="font-weight: 400;">La storia della Principessa Splendente</span></em><span style="font-weight: 400;"> (2013), diretto da Takahata Isao, </span><em><span style="font-weight: 400;">La canzone del mare</span></em><span style="font-weight: 400;"> (2014), diretto da Tomm Moore, e </span><em><span style="font-weight: 400;">Wolf Children</span></em><span style="font-weight: 400;"> (2015), diretto da Hosoda Mamoru, film che mettono in scena percorsi con cui i protagonisti e le protagoniste provano a costruire identità equilibrate, caratterizzate dalla compresenza di realizzazione personale ed eredità familiari.</span></p> Matteo Quinto Copyright (c) 2023 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 L'evoluzione negata. Il conflitto generazionale come fattore di immobilismo politico, sociale ed economico ne "I Viceré" di Federico De Roberto https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/468 <p><span style="font-weight: 400;">Il contributo prende in esame e analizza l’opera maggiore di Federico De Roberto, </span><em><span style="font-weight: 400;">I Viceré</span></em><span style="font-weight: 400;"> (1894), un romanzo nel quale le generazioni che si alternano nella famiglia Uzeda-Francalanza e il confronto/conflitto che caratterizza il loro rapporto richiama con forza il dettato verista dell’ineluttabilità dell’immobilismo del potere e la profonda sfiducia in qualsiasi tentativo di evoluzione sociale caratteristiche di una specifica dimensione spaziale, la Sicilia, e quindi profondamente impressa nell’</span><em><span style="font-weight: 400;">habitus</span></em><span style="font-weight: 400;"> mentale delle classi sociali che in essa abitano e interagiscono. La certezza del fallimento di qualsivoglia tentativo di rigenerazione è amplificata nel testo non solo da precise ricorrenze tematiche, ma anche da una filigrana semantica che, soprattutto attraverso l’anafora di particolari sintagmi, enfatizza la delusione verso una condizione che pare immutabile.</span></p> Luca Bani Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 “Un maglione ricamato di cervi”. La tessitura del rapporto genitori-figli nell’opera di Rosetta Loy https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/477 <p><span style="font-weight: 400;">Nel 1974 Rosetta Loy esordisce con il romanzo </span><em><span style="font-weight: 400;">La bicicletta</span></em><span style="font-weight: 400;">. Questo oggetto simbolo del movimento mette in dialogo due fratelli e due sorelle con il padre e la madre, dall’adolescenza all’età adulta, abbozzando conflitti e ritorni. Senza dimenticare la linea della Storia che modella il succedersi delle generazioni. Questo articolo vuole mostrare come il tema fissato ne </span><em><span style="font-weight: 400;">La bicicletta</span></em><span style="font-weight: 400;"> sarà sviluppato nei libri successivi, da </span><em><span style="font-weight: 400;">L’estate di Letuchè </span></em><span style="font-weight: 400;">(1982) a </span><em><span style="font-weight: 400;">Sogni d’inverno</span></em><span style="font-weight: 400;"> (1992). Per sublimarsi (forse) nelle pagine autobiografiche de </span><em><span style="font-weight: 400;">La prima mano</span></em><span style="font-weight: 400;"> (2009).</span></p> Sonia Rivetti Copyright (c) 2023 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 Animazione ribelle. Generazioni e regimi multiprospettici in "She-Ra and the Princesses of Power" https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/478 <p><span style="font-weight: 400;">I cambiamenti nel panorama mediale hanno trasformato le forme della serialità audiovisiva, compresa quella animata indirizzata ad un giovane pubblico. A diversificarsi sono state anche le modalità narrative che hanno dato la possibilità di mettere in scena trame più complesse e punti di vista compositi che hanno inglobato nelle narrazioni anche chi (come le minoranze e gli adulti) ne era tradizionalmente escluso. La serie </span><em><span style="font-weight: 400;">She-Ra</span></em><span style="font-weight: 400;"> è un prodotto che ben si presta ad un’analisi in tal senso, poiché nasce negli anni ‘80 ed è stato oggetto di un </span><em><span style="font-weight: 400;">reboot</span></em><span style="font-weight: 400;"> nel 2018. Ci si propone dunque di studiare le differenze tra le due versioni per individuarne le differenze formali, di fruizione e di rappresentazione nell’ottica dei mutamenti generazionali tra spettatori e personaggi.</span></p> Alessandra Richetto Copyright (c) 2023 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 Moving Mothers of Women: Virginia Woolf Simone de Beauvoir, and Motherhood in Motion https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/476 <p><span style="font-weight: 400;">This article builds and expands on the notion that Virginia Woolf and Simone de Beauvoir are the ‘mothers’ of second-wave feminisms. It comprises three interrelated movements. First, Simone de Beauvoir’s paraphrase of Woolf’s </span><em><span style="font-weight: 400;">A Room of One’s Own</span></em><span style="font-weight: 400;"> is explored, in particular through the ‘myth’ of Judith Shakespeare. This movement naturally leads to a discussion of the women’s literature anthologies of the 1970s and 80s in the United States. An intermezzo attempts to show the inherent plurality of the category of ‘second-wave feminism’ by mapping Beauvoir’s trajectory in France, the United States, and Britain, beyond the rather long shadow of a feminism of difference. The third and final movement investigates the reception of Woolf and Beauvoir among second-wave feminist critics and activists through the notion of ‘feminist Bible’ and through that of matrilinearity.<br></span><span style="font-weight: 400;">By adopting an overtly transnational perspective, this article shows how the very idea of (intellectual) motherhood ought to be understood in its border-crossings and its movements across time, space, languages, and disciplines.</span></p> Luca Pinelli Copyright (c) 2023 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 Begetting the Novel; or: On the Conception and Reproduction of a Literary Genre https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/488 <p><span style="font-weight: 400;">By means of an in-depth, multi-level metafictional analysis of an exemplary case study, Jeffrey Eugenides’ Pulitzer-winning novel </span><em><span style="font-weight: 400;">Middlesex</span></em><span style="font-weight: 400;"> (2002), this contribution aims at testing the historiographical and critical affordances of the ‘literature/generation nexus’, i.e., the culturalist reading of literature through the phenomenology and history of generations, and vice versa. The study’s purpose is a twofold one. It firstly and generally aims at exploring the metalinguistic tools offered by this methodology, with a view to identifying and solidifying several key critical tropes, such as tradition </span><em><span style="font-weight: 400;">vs</span></em><span style="font-weight: 400;">. innovation, ancestry </span><em><span style="font-weight: 400;">vs</span></em><span style="font-weight: 400;">. evolution, heritage </span><em><span style="font-weight: 400;">vs</span></em><span style="font-weight: 400;">. transformation, recessiveness </span><em><span style="font-weight: 400;">vs</span></em><span style="font-weight: 400;">. dominance, perpetuation </span><em><span style="font-weight: 400;">vs</span></em><span style="font-weight: 400;">. discontinuity, etc. Secondly, and more specifically, it seeks to shed light on the conception, reproduction, birth and growth of the novel form itself as a privileged creature in the modern generational (as well as cultural) ecosystem. The semantic intertwining of ‘genre’, ‘gender’ and ‘genius’ displayed by the examined case study – a chain of meanings that is actually among the most fruitful heritage of the Latin term </span><em><span style="font-weight: 400;">generāre</span></em><span style="font-weight: 400;"> (“to beget”) – will be showcased as a prominent aspect of the novel form as a “synthesis of the heterogenetous” (Ricoeur 1984), and as a privileged laboratory for practices of contamination, hybridisation, cross-fertilisation (Bakhtin 1979), since its very inception in the early eighteenth century.</span></p> Stefania Consonni Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 L’eredità delle "ballrooms" tra legami affettivi e famiglie di scelta https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/469 <p><span style="font-weight: 400;">Quello della </span><em><span style="font-weight: 400;">legacy</span></em><span style="font-weight: 400;"> è un concetto complesso, che ha molteplici connotazioni, e rimanda all’idea di qualcosa che si protrae nel tempo e che si riaggancia al significato di ‘eredità’, inteso in questa sede come la trasmissione di beni relazionali. A tal proposito, appare rilevante il discorso sui legami affettivi nella </span><em><span style="font-weight: 400;">ballroom culture</span></em><span style="font-weight: 400;">,</span> <span style="font-weight: 400;">fenomeno che presenta tre caratteristiche: un sistema di identità di genere; l’adesione a una struttura pseudo-familiare non vincolata da legami di sangue (chiamata </span><em><span style="font-weight: 400;">house</span></em><span style="font-weight: 400;">); e il coinvolgimento in eventi competitivi. Le </span><em><span style="font-weight: 400;">houses</span></em><span style="font-weight: 400;"> sono guidate da un adulto della comunità queer che funge da genitore e si assume la responsabilità di crescere i propri </span><em><span style="font-weight: 400;">children</span></em><span style="font-weight: 400;">, promuovendo una partecipazione attiva ad una società marginalizzata che vede i suoi membri discriminati. Il presente contributo intende esaminare le modalità con cui il concetto di ‘famiglia nucleare’ viene ripensato nella </span><em><span style="font-weight: 400;">ballroom culture</span></em><span style="font-weight: 400;">, nonché quanto questo processo di risignificazione riguardi il trasferimento di beni identitari alle generazioni queer a venire sotto forma di </span><em><span style="font-weight: 400;">legacy</span></em><span style="font-weight: 400;">.</span></p> Giancarlo Covella Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 "L’idiot de la famille, c’est moi". Movimento della ‘neurodiversità’ e letteratura https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/489 <p><span style="font-weight: 400;">Autismo è una diagnosi in aumento esponenziale, e oltre lo sguardo medico, si manifesta nel discorso pubblico; è un evento culturale di cui sono testimonianza la sterminata quantità di libri, film, serie televisive a tema. Evidentemente, nel tempo della centralità della comunicazione, le forme della sua non conformità vengono ad assumere una centralità simbolica. Di questo si occupa quell’ambito settoriale dei Disability Studies che si sta affermando come Critical Autism Studies. In questo articolo vengono analizzate, da tale prospettiva teorica, le risonanze tra critica letteraria e autismo. In particolare, verrà analizzato un testo che asseconda le intenzioni emancipative dei CAS, </span><em><span style="font-weight: 400;">Autistic Disturbances</span></em><span style="font-weight: 400;"> di Julia Miele Rodas, libro in cui le peculiarità espressive che si danno come critiche nel discorso clinico, come sintomi, vengono ritrovate come espedienti stilistici in un corpus letterario eterogeneo, e pertanto redente.</span></p> Enrico Valtellina Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 I movimenti simbolici del diritto penale, tra immaginari di libertà e allegorie della sicurezza https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/479 <p><span style="font-weight: 400;">Il contributo interroga l’esperienza del movimento come processo di modellizzazione della realtà e, più in particolare, come dispositivo semantico e socio-semiotico di influenza dell’antagonismo politico tra la libertà e la sicurezza in campo penale. Il lavoro, prendendo le mosse da un certo sentimento di giustizia che trapela in filigrana dalle lastre del diritto penale c.d. simbolico, si pone l’obiettivo di commentare quella peculiare genealogia della discorsività culturale e sociale da cui prende abbrivio, nel movimento della storia, l’immaginario del rischio penale presunto e la conseguente necessità di prevedere punizioni esemplari. In ultima analisi, il saggio dimostra come nella messa in movimento della società si annida sempre il pericolo del declino del diritto penale, vale a dire la concreta possibilità che quel movimento venga letto senza </span><em><span style="font-weight: 400;">iuris prudentia</span></em><span style="font-weight: 400;"> e dunque solo come titolo giustificatorio per favorire legislazioni penali torrentizie e un diritto penale ben lontano dall’essere strumento regolatorio di </span><em><span style="font-weight: 400;">extrema ratio</span></em><span style="font-weight: 400;">.</span></p> Letizia d'Altilia Copyright (c) 2023 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 Il movimento dell’immagine, da Hans-Georg Gadamer a Paul Klee https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/483 <p><span style="font-weight: 400;">H.-G. Gadamer afferma, in </span><em><span style="font-weight: 400;">Verità e metodo</span></em><span style="font-weight: 400;">, che l’immagine è "un fatto ontologico”. Tale ontologia è caratterizzata in senso dinamico e relazionale, in particolare grazie alla nozione di Evento (</span><em><span style="font-weight: 400;">Ereignis</span></em><span style="font-weight: 400;">), sulla scorta della lezione heideggeriana. All’approfondimento di tale snodo è rivolto il presente contributo, che intende tematizzare la questione dell’immagine nell’opera del filosofo tedesco ponendo particolare attenzione alla dimensione del simbolico e alla complessa relazione fra le nozioni di ‘mediazione’ e ‘immediatezza’. L’immagine appare così nel contesto ermeneutico quale forma del movimento, simbolo del perenne ‘eccesso’ di senso nella relazione soggetto-oggetto. Tale prospettiva, che si pone oltre qualsivoglia concezione mimetica e riduzionista, verrà verificata all’interno dell’opera di Paul Klee. Il pittore offre infatti numerosi spunti iconografici che valorizzano la dimensione metamorfica della figurazione. Il </span><em><span style="font-weight: 400;">bildnerische Denken</span></em><span style="font-weight: 400;"> di Klee, nel quale emerge una originale ‘angelo-iconologia’, fonda un cosmo di immagini che operano come forze in movimento.</span></p> Luca Siniscalco Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 Movimento come prassi immanente. L’anti teoria nei "Quaderni del carcere" https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/484 <p><span style="font-weight: 400;">È probabile che Gramsci non avrebbe apprezzato la qualifica di classico, che in tempi recenti è stata utilizzata per designare i </span><em><span style="font-weight: 400;">Quaderni del carcere</span></em><span style="font-weight: 400;">. ‘Classico’ infatti non rende giustizia alla struttura dell’opera, che rigetta la trascendenza e il fissismo di una classicità tramandata per convenzioni; la filosofia della prassi che innerva i </span><em><span style="font-weight: 400;">Quaderni </span></em><span style="font-weight: 400;">concepisce piuttosto la teoria della filosofia e l’agire della politica come un tutt’uno. Il contributo cerca di ricostruire in quali circostanze il pensatore sardo approda a quell’“irruzione della storia nell’ideologia” idealista, che per il Marx giovane dei </span><em><span style="font-weight: 400;">Manoscritti</span></em><span style="font-weight: 400;"> è il volano di una rivoluzione permanente del costume e delle istituzioni. Lemmi della filosofia della prassi gramsciana come egemonia, rivoluzione passiva o subalternità condividono una ratio ermeneutica incentrata sul movimento, equilibrio instabile ma aperto, relazionale seppure conflittuale. Identificando l’ideologia con l’egemonia Gramsci ne fa il sismografo dei movimenti di massa nonché il nucleo fondante delle nazioni moderne, anticipando in tal modo il carattere fenomenologico dell’agire secondo Merleau-Ponty. La mobilità si colloca dunque al centro di una teoria sociale che attraversa e ispira i </span><em><span style="font-weight: 400;">Quaderni</span></em><span style="font-weight: 400;">, mentre la rivoluzione passiva condanna la fissità statocentrica e la sperequazione che la accompagna. Mutevoli in relazione ai tempi devono essere anche i criteri e i sistemi di giudizio, secondo un’immanenza che sancisce la libertà dell’individuo come soggetto consapevole e partecipe dei processi storici e culturali. </span></p> Mauro Pala Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 Motion&Emotion: Moving Bodies, Touring Subjects https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/472 <p><span style="font-weight: 400;">The paper explores the concept of ‘radical mobility’ as the historical result of accumulated diasporas in modern and post-modern culture, and as the distinctive lifestyle pattern of today’s transversal communities, both real and imaginative, that dwell along the paths designed by old and new globalisation. In this view, places and subjects imply a rethinking of the tropes of travel and tourism, whereby places resist the simplistic ‘non’ imagined by Marc Augé, though suffering the grip of consumption detected by Urry. The paper analyses the concept of ‘touring subjects’, i.e., regular movers that revive “nomadic” attitudes (Braidotti) and are attached to “temporary identities” (Augé), entangled in constant but unpredictable desires of consumption (Appadurai). Although not yet totally nullified in their ability to make sense, react, produce emotion and agency, ‘touring’ figures and voices are widely represented in literature and in the media, and can be found at the crossroads of many crucial cultural and aesthetic stances, as well as in topical situations not devoid of moments of serious crisis, dramatic choices and even tragic events. Associated to authorial narrative figures caught up and lost in the puzzle of their multiperspective narrations, these subjects face paradoxical, unprecedented conditions in their being strongly exposed to multicultural, hyperreal complexities that go far beyond the common post-modern rethorics, whose social and political potentiality is still to be imagined and acknowledged. </span></p> Rossana Bonadei Copyright (c) 2023 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 The Migratory Cycle of Images: Reactivation Strategies in Contemporary Artistic Productions https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/485 <p><span style="font-weight: 400;">Since the 1990s, an increasing number of artists, curators, dancers, choreographers and other professionals of the cultural panorama have looked at reality with an extractive approach: they have used objects already in circulation in the artistic context and re-proposed them in the present by adjusting them on a formal and/or content level. With the aim of analysing the consequences of these reactivation strategies, the essay intends to outline the importance of the so-called “re-enactment studies” which have hitherto dealt with the subject, and it then discusses the utility of a novel analytical model called “migratory cycle of images”. The latter proposes to approach a generic act of reactivation in operational terms, identifying the role that images play in the various phases of the process. Finding proper support in contemporary philosophical theories such as Object-Oriented Ontology and in the analysis of some exemplary artistic productions, this operation allows to: question the terminology currently used in the field, arrive at the formulation of new nomenclatures, and, finally, outline the boundaries of the “enactment studies”, along with different prefixes to differentiate the multiform methods of re-generating the existing.</span></p> Stefano Mudu Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 Utopia, memoria e indeterminatezza. Passaggi dalla tradizione all’innovazione https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/470 <p><span style="font-weight: 400;">Il saggio verte sulle trasformazioni e sui processi tesi all’utopia, con un focus sulla metafora del movimento. Se pensare significa oltrepassare, come suggeriva Ernst Bloch, ci si propone di seguire questa traccia per rendere conto del legame tra pensiero e movimento. L’utopia e il pensiero utopico rivelano come gli attori sociali, come ad esempio gli attori e le comunità di senso che sono storicamente situati, comprendono e danno senso al presente; per questo, lo studio sulle utopie è rilevante quale possibile storia del presente, portando esse dei tratti assiologizzati positivamente, e quindi selezionati dal passato storico nella semiosfera di una data cultura.&nbsp; </span></p> Gigliola Bejaj Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 Get back! Methods for Exploring Discourses of Nostalgia and Nostalgic Discourses Using Corpora https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/480 <p><span style="font-weight: 400;">Nostalgia for something lost (factual or imagined) has shaped nations and continues to shape national self-image and policies. The rhetorical appeal to nostalgia has been blamed for a range of phenomena, from populism to reactionary politics at large, and yet research in psychology has suggested that nostalgising has a beneficial cognitive function. The dissonance between the negative reputation of nostalgia and the science of how it works for us, as a positive and useful emotion, is related to the fact that nostalgia is not a given content, but a situated cultural practice. I here use corpus linguistics methods to pursue the mismatch between the “discourse of </span><em><span style="font-weight: 400;">nostalgia</span></em><span style="font-weight: 400;">” and “nostalgic discourses” and to move from expressions that denote nostalgia, to expressions that signal it. This paper reports on the methodological explorations analysing large newspaper corpora and working on the overlaps between the collocational profile of </span><em><span style="font-weight: 400;">nostalgia</span></em><span style="font-weight: 400;"> and </span><span style="font-weight: 400;">the markers of nostalgic discourse</span><span style="font-weight: 400;">. The aim is to exploit corpus studies’ ability to systematically analyze patterns as a gateway to access nostalgic narratives. Nostalgia is, in fact, intrinsically discursive: it is a story of transformation, and it is the story of felt absences in the present compared to an ‘elsewhen’. Understanding the narratives of nostalgia and identifying a typology of nostalgic discursive triggers may offer insights into how this pervasive, powerful and often profitable emotion gains purchase in public discourse.</span></p> Anna Marchi Copyright (c) 2023 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 Derive transmoderne in Spagna. Dalla crisi alla rigenerazione, nella poesia verbale e visiva del XXI secolo https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/471 <p><span style="font-weight: 400;">L’articolo si apre con una breve riflessione sulla situazione caotica e frammentaria alla quale ci aveva portato la Postmodernità di fine Novecento, illustrata con tre poesie visive, di Antonio Orihuela, di Gustavo Vega e di Ana Rossetti. Segue una sintesi delle ripercussioni artistiche e letterarie del passaggio alla Transmodernità, così denominata nel 1989 dalla filosofa Rosa María Rodríguez Magda e da lei teorizzata nel volume </span><em><span style="font-weight: 400;">Transmodernidad</span></em><span style="font-weight: 400;"> del 2004. Il suo pensiero ci fornirà i fondamenti metodologici per l’analisi di alcune proposte rigenerative che recepiscono l’attuale necessità di riarmonizzazione e di superamento della crisi postmoderna.<br></span><span style="font-weight: 400;">Molti autori spagnoli già noti negli anni Ottanta e Novanta sembrano accogliere il nuovo paradigma epistemologico nel XXI secolo, a volte in modo inconsapevole, lasciando che questo si rifletta sulle loro produzioni visive e verbali. Ne sono esempi alcune delle opere dei già citati Antonio Orihuela e Ana Rossetti, così come altre dell’artista Rafael de Cózar e dello scrittore Rafael Ballesteros.</span></p> Marina Bianchi Copyright (c) 2023 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 Lo scontro verbale e fisico tra padre e figlio nel mondo germanico https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/473 <p><span style="font-weight: 400;">Il racconto archetipico dello scontro tra padre e figlio, variamente modulato in numerose aree culturali, ha una sua meno nota incarnazione nelle tradizioni germaniche: si tratta di un complesso narrativo che si muove attraverso i secoli, i confini e i codici comunicativi, assumendo di volta in volta caratteristiche diverse, anche in contrasto tra loro. Una narratività non lineare, dunque, ma rizomatica, che il saggio si propone di delineare attraverso alcune delle sue attestazioni principali dal IX al XX secolo: il </span><em><span style="font-weight: 400;">Carme di Ildebrando</span></em><span style="font-weight: 400;"> antico-tedesco, i </span><em><span style="font-weight: 400;">Gesta Danorum</span></em><span style="font-weight: 400;"> dell’erudito danese Saxo Grammaticus, la saga islandese </span><em><span style="font-weight: 400;">Ásmundar saga kappabana</span></em><span style="font-weight: 400;"> e la saga norvegese </span><em><span style="font-weight: 400;">Þiðreks saga af Bern</span></em><span style="font-weight: 400;">, la ballata in alto tedesco protomoderno </span><em><span style="font-weight: 400;">Jüngeres Hildebrandslied</span></em><span style="font-weight: 400;"> con le immagini che accompagnano alcuni testimoni, la tragedia </span><em><span style="font-weight: 400;">Hildebrand und Hadubrand </span></em><span style="font-weight: 400;">andata in scena nel 1944.</span></p> Maria Grazia Cammarota Copyright (c) 2023 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 Un’ibrida progenie semi-mostruoso-eroica. La non-rigenerazione e la metamorfosi del male nel "Beowulf" di Robert Zemeckis https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/474 <p><span style="font-weight: 400;">Fra le riscritture dell’antico poema epico anglosassone</span><em><span style="font-weight: 400;"> Beowulf</span></em><span style="font-weight: 400;">, l’omonimo film di Zemeckis si distacca dall’ipotesto per la reinterpretazione dei temi dell’alterità e della genitorialità. Il regista e gli sceneggiatori ricorrono all’ibridazione fra due stirpi letalmente incompatibili: i mostri sono il risultato dell’unione carnale tra la madre di Grendel e un eroe. Dall’incontro adulterino con Hrothgar è nato Grendel e dalla congiunzione con Beowulf prende vita il drago. Nel restituire l’</span><em><span style="font-weight: 400;">epos</span></em><span style="font-weight: 400;"> antico-inglese al pubblico contemporaneo, il film presenta una realtà distopica in cui lussuriosi genitori de-eroicizzati perdono la propria prodezza cedendo alla seduzione del male veicolato dalla Madre di Grendel. Da quell’unione si generano delle creature proteiformi cresciute nella sete di vendetta verso il proprio genitore che le ha disconosciute. Per Zemeckis è un inevitabile ciclo catastrofico, che perdurerà sempre nella non-rigenerazione. </span></p> Gabriele Cocco Copyright (c) 2023 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31 De la rencontre de l’Autre à la perte de soi. Les réécritures filmiques de "L’aventure ambiguë" de Cheikh Hamidou Kane https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/486 <p><span style="font-weight: 400;">À partir d’une étude de deux films, à savoir </span><em><span style="font-weight: 400;">L’aventure ambiguë</span></em><span style="font-weight: 400;"> du réalisateur français Jacques Champreux et </span><em><span style="font-weight: 400;">L’Afrance</span></em><span style="font-weight: 400;"> du cinéaste franco-sénégalais Alain Gomis, cet article explore les relations de continuité et de rupture, de convergence et de subversion qu’entretiennent </span><em><span style="font-weight: 400;">L’aventure ambiguë</span></em><span style="font-weight: 400;">, un roman du Sénégalais Cheikh Hamidou Kane, et ses reprises cinématographiques. Partant de l’hypothèse que l’adaptation filmique demeure une activité créative grâce à laquelle le cinéaste s’exprime tant sur l’œuvre adaptée que sur le contexte de la création, cette étude s’interroge sur les stratégies esthétiques déployées pour passer du média écrit à l’audiovisuel ainsi que sur l’éclairage nouveau que les films apportent aux enjeux relevés dans le roman. Plus concrètement, cet article explicite les relations formelles établies entre le roman et les films, puis montre comment ces films réactualisent les questions socioculturelles soulevées dans le roman.</span></p> Etienne-Marie Lassi Copyright (c) 2024 Elephant & Castle https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-12-30 2023-12-30 31