La forza politicizzante del dolore: le resilient communities in Messico
Abstract
La violenza di genere è una problematica che affligge l’intero Stato del Messico, in particolar modo la zona fronteriza del nord tra cui Ciudad Juárez, Tijuana, quella centrale dello Stato del Michoacán e Guanajuato e la zona sud in Oaxaca e Chiapas. La violazione dei diritti umani universali, che sfocia in atti di femminicidio e casi di violenza sessuale, è interpretabile in relazione al contesto storico-culturale, in quanto sia il passato postcoloniale di matrice spagnola sia quello contemporaneo capitalista, prettamente statunitense, ha contribuito all’affermarsi di una politica dello sfruttamento basato sulla corruzione politica e la criminalità. Il presente contributo propone un’analisi dei movimenti comunitari che denunciano i crimini umani e focalizzano le loro azioni di protesta nell’affermazione di un modello politico basato sulla prospettiva di genere. In una prima fase dello studio, dunque, si presentano i casi di comunità resilienti che hanno sviluppato capacità collettive di ripoliticizzazione allo scopo di promuovere un nuovo modello di rappresentazione della donna svincolato dalla costruzione culturale ed istituzionale. L'obiettivo è quello di evidenziare come le comunità riescano a realizzare una reintegrazione resiliente. In conclusione, si sottolinea come le resilient communities siano esempi di autodifesa collettiva che da una parte ridimensionano il concetto di comunità politica e, dall’altra, attivano un processo di empowerment fondato sulla forza del dolore che risemantizza il concetto di identità e le pratiche di riconoscimento dell’Altro.