Protezione/Esposizione
Abstract
Il contributo sottolinea la compresenza di due diverse “anime” (apparentemente agli antipodi, ma intimamente impegnate nello stesso esorcismo) nella nostra contemporaneità. Il tempo che viviamo è indubitabilmente il tempo del definitivo dominio di sofisticati apparati di controllo, siano essi a monitoraggio invisibile attraverso la raccolta costante di informazioni o legati all’identificazione come nel caso della tecnologia biometrica o del DNA. L’uomo rilascia in modo costante con le sue azioni tracce che concorrono a creare un suo doppio virtuale su cui si esercita l’attività di stoccaggio e di archiviazione ai fini dell’inserimento in appositi database. Questa attività di raccolta, sempre più pervasiva, ci restituisce una prima “anima” del nostro presente segnata dall’ossessione crescente per la fissazione preventiva dell’identità. Un’identità de-simbolizzata, perché ridotta a mero corpo trasformato in codice numerico, la cui cifra asseconda fini di protezione e di neutralizzazione dell’imprevisto. L’altra “anima”, apparentemente di segno opposto, ha come sua caratteristica l’esposizione di sé compulsiva e l’esibizione della propria verità interiore: è il caso del protagonismo della confessione nell’universo dei social network. Si noti che questa esposizione avviene in un universo che è squisitamente immaginario, nel quale i contatti sono pseudo-contatti dal momento che il corpo e la presenza vivente sono ridotti a fantasmi. Lo scritto indaga queste due tendenze interpretandole come due momenti di uno stesso esorcismo: l’esorcismo che l’essere umano disperatamente perpetra nei confronti di ciò che lo rende tale e cioè il momento del fare esperienza che proprio nel contatto e nell’imprevisto trova la sua articolazione più propria.