Domenico Rambelli: il monumento ai caduti di Viareggio e l’elaborazione di un linguaggio monumentale

Autori

  • Cristina Beltrami

Abstract

Assodato che le vicende storico-politiche successive all’ottobre del 1922 abbiano condizionato le sorti dell’arte italiana quanto fatalmente quelle artistiche: sacrari e monumenti ai caduti passano dall’espressione di una sincera manifestazione di cordoglio per il primo lutto di massa nazionale all’esaltazione della potenza politica, tradotta attraverso formule magniloquenti e tendenzialmente retoriche. Con la giusta distanza storica e critica, andrebbe operata una distinzione tra ciò che appartiene inesorabilmente a una bolsa produzione di regime e alcuni monumenti che sono stati in grado di dialogare con esempi europei coevi e fonti linguistiche “alte”. Appartiene a questa seconda casistica il monumento ai caduti di Viareggio, realizzato da Domenico Rambelli (1886-1972) con l’ausilio di Lorenzo Viani (1882-1936) che, svelato il 3 luglio del 1927 nella cittadina della Versilia, suscitò reazioni controverse. Al di là delle vicende legate alla sua realizzazione, il contributo cerca di indagare come Rambelli sia giunto alla sintesi plastica delle tre figure che animano il monumento - muovendo dal riferimento iconografico del celebre Seminatore di Costantin Meunier e dell’elaborazione formale “nordica” di Ernst Barlach e Aristide Maillol, senza dimenticare gli impulsi provenienti dal Futurismo e dal Novecento italiano - e come queste potessero interloquire su un piano europeo. In conclusione si giunge a considerare se e come si possa parlare di un linguaggio condiviso della scultura rambelliana prima che essa sia completamente esaurita nelle dinamiche di regime della Mostra della Rivoluzione Fascista del 1932.

Biografia autore

Cristina Beltrami

Storica dell’arte e membro dell’Ateneo Veneto di Venezia. Ha conseguito due titoli di dottorato: il primo in Storia dell’Arte presso l’Università Ca’ Foscari con una tesi sul Patrimonio scultoreo italiano conservato a Montevideo e il secondo in Scienze dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Verona dal titolo: Una presenza in ombra. La scultura alla Biennale di Venezia (1895-1914). Si è diplomata alla Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte dell’Università di Udine con una tesi sul cimitero monumentale di Venezia che è divenuta un volume (Un’isola di marmi, 2005). Si occupa principalmente di scultura, pittura e arti applicate del XIX e XX secolo con particolare attenzione agli scambi tra l’Italia e la Francia, come testimoniato da La Splendeur de Venise et de l’Art moderne, edizione critica di alcune memorie di Antoine Bourdelle (2012) e un saggio sulle mostre personali di Marcelo Mascherini a Parigi negli anni cinquanta (Tre voci per Marcello Mascherini, 2014). Ha co-curato la mostra Scolpire gli eroi (Padova, Palazzo della Ragione, 2011) e il volume Garibaldi nel bronzo e nel marmo (Silvana Ed., 2012). Ha al suo attivo numerose pubblicazioni scientifiche, le più recenti su Giuseppe Chiattone a cura di G. Ginex (Skira, 2016) e sulla Classe di scultura dell’Accademia di Venezia a cura di S. Salvagnini (Il Poligrafo, 2016).

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Pubblicato

31-12-2015

Come citare

Beltrami, C. (2015). Domenico Rambelli: il monumento ai caduti di Viareggio e l’elaborazione di un linguaggio monumentale. Elephant & Castle, (12). Recuperato da https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/161

Fascicolo

Sezione

Articoli