Varietà generazionali. Americanisti e americaniste a confronto nella formazione del “mito letterario” dell’America
Parole chiave:
mito americano, generazione, traduzione, genere, fascismoAbstract
La ‘scoperta’ letteraria dell’America nella cultura italiana tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta è stata a lungo narrata come l’impresa di una nuova generazione di scrittori e traduttori. Nello studio di Dominque Fernandez che ha suggellato questa interpretazione, Il mito dell’America negli intellettuali italiani (1969), Cesare Pavese e Elio Vittorini sono gli eccezionali esponenti di una crociata intellettuale che si oppone alla ‘vecchia’ generazione di americanisti come Mario Praz, Carlo Linati e Emilio Cecchi. Il saggio contesta la lettura in chiave generazionale di Fernandez alla luce degli studi sulle traduzioni in epoca fascista degli ultimi vent’anni. In particolare, il caso delle traduttrici Alessandra Scalero e Ada Prospero permette di ampliare non solo la rosa dei mediatori di letteratura statunitense nel periodo considerato, ma anche la nozione stessa di una ‘nuova leva’ di americanisti italiani.
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