Il “potere delle immagini” tra Illuminismo e Romanticismo. Fruizione e interpretazione dell’opera d’arte a Bergamo tra 1770 e 1870 attraverso alcuni nuovi documenti dell’epoca

Autori

  • Olga Piccolo

Abstract

Il contributo intende valutare la relazione tra arte ed emozione nel periodo di transizione tra Illuminismo e Romanticismo, scegliendo come ambito d’elezione Bergamo e il territorio negli anni tra 1770 e 1870. La diffusione della pratica dell’osservazione diretta (e non mediata da altri supporti quali incisioni o fotografie) dell’opera d’arte assume un peso determinante in tale periodo, sia sul versante dell’approccio ‘emozionale’ verso l’arte da parte dello spettatore, sia nell’aprire la disciplina storico-artistica a campi di indagine nuovi in relazione anche alle emozione e all’inconscio. Della prima ottica si cercano di sintetizzare origine e sviluppo, partendo dal caso emblematico di Stendhal che visitò Bergamo in epoca napoleonica, prima della svolta “romantica”, interpretata nel Novecento come “sindrome”. Della seconda si tenta di contestualizzare il percorso passando dalla lettura di manoscritti inediti del periodo napoleonico, con precoci descrizioni “critiche” di opere d’arte, nel senso del greco “crino/giudicare”, ma talvolta condizionate dall’affezione. Tali documenti mettono altresì in rilievo le difficoltà che la conoscenza pratica dell’arte comportava in un momento in cui la storia dell’arte era in via di definizione, impasse che inizia ad essere superata nei primi decenni dell’Ottocento in ambiti museali e mercantili stranieri, con lo sviluppo della figura del “Conoscitore d’arte”. Uno degli esiti più innovativi in tal senso è rappresentato dall’attività di Giovanni Battista Cavalcaselle di cui sono analizzati disegni e osservazioni (ancora inediti) tratti dalle opere d’arte, con una modalità che, prima della diffusione della fotografia, innova il genere dei taccuini di viaggio illustrati, volgendolo all’analisi dello stile delle opere e, per gli artisti veneto-bergamaschi, con affondi sulla loro innovativa capacità di resa dei sentimenti. Un’analisi che diviene con Giovanni Morelli “metodo” e che si apre allo studio del linguaggio “inconscio” dell’arte, punto di contatto con la stendhaliana “sindrome” che valuta l’opera dal punto di vista dell’influsso sul lato emotivo e inconscio dell’animo umano.

Biografia autore

Olga Piccolo

Laureatasi in Storia dell’Arte Medievale presso l’Università degli Studi di Milano (1999), ha conseguito il perfezionamento in Storia dell’Arte del Rinascimento (2004) nella medesima città con una tesi sulle indagini diagnostiche della tela di Gentile e Giovanni Bellini conservata presso la Pinacoteca di Brera. È coautrice del manuale Tecniche diagnostiche per i Beni culturali (Maggioli editore, 2008), ha scritto alcune schede del Catalogo scientifico della Pinacoteca Ambrosiana (III volume, “Dipinti dalla metà del Cinquecento alla metà del Seicento”, Mondatori Electa, 2006) e diversi contributi specialistici su arte e architettura, il più recente dei quali, Un nucleo di opere d’arte lombarda del Musée des Beaux-Arts di Bordeaux, dalla collezione del marchese di Lacaze, è pubblicato sulla rivista “Arte Lombarda” (2013, n. 2-3). Ha lavorato all’archiviazione scientifica ed informatizzata di complessi archivistici di storici dell’arte, architetti, editori e indagini diagnostiche di opere d’arte, per il CASVA (Centro Alti studi sulle Arti visive) Castello Sforzesco di Milano, la Regione Lombardia e il Politecnico di Milano. Dal 2003 al 2004 è stata “Cultore della materia” per il corso “Storia dell’Architettura contemporanea” (Politecnico, Milano) e dal 2008 al 2012 per il corso “Tecniche diagnostiche per i Beni culturali” (Università Cattolica, Milano). Sta svolgendo un Dottorato di ricerca in Teoria e analisi del testo presso l’Università degli Studi di Bergamo (tutor Prof. Giovanni Carlo Federico Villa, correlatore Prof.ssa Nunzia Palmieri, tutor esterno Prof. Alessandro Rovetta) sul tema della fortuna storiografica e collezionistica della pittura veneta di Quattro-Cinquecento a Bergamo, dalle soppressioni ai fogli inediti (con disegni e note) di Giovanni Battista Cavalcaselle conservati alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Da quasi cinque anni collabora come Storica dell’arte per una società di Art advisor per cui svolge ricerche finalizzate alla verifica di autenticità e attribuzione su opere d’arte di collezioni private dall’antico al contemporaneo.

Downloads

Pubblicato

30-09-2014

Come citare

Piccolo, O. (2014). Il “potere delle immagini” tra Illuminismo e Romanticismo. Fruizione e interpretazione dell’opera d’arte a Bergamo tra 1770 e 1870 attraverso alcuni nuovi documenti dell’epoca. Elephant & Castle, (lab). Recuperato da https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/136

Fascicolo

Sezione

Articoli