Muoversi da fermi. "Severance", le backrooms e gli spazi liminali

Autori

  • Franco Marineo Accademia di Belle arti di Palermo

DOI:

https://doi.org/10.62336/unibg.eac.32.506

Parole chiave:

Backrooms, Spazi liminali, Coscienza, Distopia, Perturbante

Abstract

Nel mondo inquietante e distopico della serie televisiva Severance, gli impiegati di una misteriosa multinazionale si sottopongono a una procedura chirurgica che scinde la connessione tra la vita trascorsa al lavoro e quella personale: quando lavorano dimenticano la propria vita al di fuori dell’ufficio. La scissione implica un movimento immobile che attiva i diversi livelli della loro coscienza. Mentre sono al lavoro, i protagonisti camminano quasi smarriti dentro un labirinto pallido e mesto, fatto di corridoi in cui il loro spostarsi senza scopo si ripete stancamente. Severance, con il suo movimento duplice e paradossale, condensa varie narrazioni transmediali che raccontano lo spostamento tra vari livelli di coscienza e connette il suo misterioso mondo al fenomeno delle Backrooms: spazi infiniti e deserti, un vuoto perturbante e l’incantamento di uno spostarsi che riguarda l’immobilità più che lo spazio e il movimento.

Biografia autore

Franco Marineo, Accademia di Belle arti di Palermo

Franco Marineo è professore di Storia del cinema e di Teoria e analisi del cinema e dell’audiovisivo presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Si occupa principalmente di cinema contemporaneo, visual culture ed estetica dei nuovi media. Suoi saggi e articoli sono apparsi su periodici come Duel, Segnocinema, Bianco e nero, Cyberzone, e in numerose collettanee. Ha pubblicato, tra gli altri, Il cinema del terzo millennio (Einaudi, 2014), Face/On. La narrazione e il volto cinematografico (Rizzoli, 2005) e Il cinema dei Coen (Falsopiano, 1999).

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Pubblicato

03-06-2024

Come citare

Marineo, F. (2024). Muoversi da fermi. "Severance", le backrooms e gli spazi liminali. Elephant & Castle, (32), 172–178. https://doi.org/10.62336/unibg.eac.32.506