Il mutamento dell’arte realista attraverso l’analisi delle prime due serie de “Il Contemporaneo. Settimanale di cultura” (1954-1957)
DOI:
https://doi.org/10.62336/unibg.eac.35.557Parole chiave:
Realismo italiano, Il Contemporaneo , Partito Comunista Italiano (PCI) , Studi periodici , Cultura visualeAbstract
Il Contemporaneo, nato nel 1954, per finire poi declassato a supplemento di Rinascita nel 1965, merita oggi, in quanto principale rivista culturale del PCI, un’analisi approfondita. Se da un lato questa testata era espressione della sezione culturale, dall’altra rappresentava anche un primo tentativo di apertura verso posizioni non strettamente di partito, compreso un pubblico più ampio di quello meramente comunista, ed è proprio per questo che la si ritiene imprescindibile per affrontare un’indagine consapevole degli anni della destalinizzazione. È soprattutto attraverso l’analisi delle immagini e delle illustrazioni pubblicatevi nelle sue prime due serie, a partire da quelle appositamente realizzate da Renzo Vespignani per la prima pagina, che in questa sede si tenterà di delineare il mutamento della poetica realista dall’impianto nazional-popolare, prevalentemente rurale, dei primi anni Cinquanta verso una connotazione sempre più urbana ed esistenziale, anche grazie ad un confronto con le altre testate di partito (da Rinascita, a Vie Nuove a Il Calendario del popolo), dove invece tutto ciò si verificherà molto più lentamente.
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