La giusta distanza
Immaginari urbani sulle pagine di "Epoca" (1950-1956)
DOI :
https://doi.org/10.62336/unibg.eac.35.565Mots-clés :
città, Epoca, periodici, dopoguerra, immaginario urbanoRésumé
Nel corso degli anni Cinquanta l’Italia passa dalla ricostruzione postbellica a una progressiva crescita culminante nel “miracolo economico”. In questo decennio cruciale, le città italiane cambiano volto in maniera decisiva e repentina, spesso poco regolamentata, tra nuove periferie, grandi infrastrutture, problemi di gestione dei centri storici e crescita del turismo di massa. La fotografia di reportage e la stampa periodica divengono fonti primarie per indagare la riconfigurazione profonda, tanto nelle strutture materiali che nei discorsi sociali, attorno alla città del dopoguerra. Dalle pagine di Epoca, la città – da sempre soggetto prediletto di fotografi e fotoreporter – emerge nella pluralità delle dimensioni che la compongono.
Dopo aver tracciato un panorama generale delle forme e degli immaginari urbani presenti sulla rivista, il saggio intende focalizzarsi sui reportage che vedono protagonista Venezia, cristallizzata in un’immagine cartolinesca e identificata con il suo centro storico, e Milano, presentata come epicentro della modernità italiana, di nuove sfide, problemi e fenomeni urbani. Due ritratti complementari che mettono in scena il dissidio tra cambiamento e permanenza, tra modernità e tradizione traducendolo nel binomio della città come gioiello antico (che vorrebbe modernizzarsi) e della città come laboratorio moderno (che rischia di perdere la sua identità storica).
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