Un’ibrida progenie semi-mostruoso-eroica. La non-rigenerazione e la metamorfosi del male nel "Beowulf" di Robert Zemeckis
Parole chiave:
Beowulf, Drago, Grendel, Non-rigenerazione, Progenie mostruosaAbstract
Fra le riscritture dell’antico poema epico anglosassone Beowulf, l’omonimo film di Zemeckis si distacca dall’ipotesto per la reinterpretazione dei temi dell’alterità e della genitorialità. Il regista e gli sceneggiatori ricorrono all’ibridazione fra due stirpi letalmente incompatibili: i mostri sono il risultato dell’unione carnale tra la madre di Grendel e un eroe. Dall’incontro adulterino con Hrothgar è nato Grendel e dalla congiunzione con Beowulf prende vita il drago. Nel restituire l’epos antico-inglese al pubblico contemporaneo, il film presenta una realtà distopica in cui lussuriosi genitori de-eroicizzati perdono la propria prodezza cedendo alla seduzione del male veicolato dalla Madre di Grendel. Da quell’unione si generano delle creature proteiformi cresciute nella sete di vendetta verso il proprio genitore che le ha disconosciute. Per Zemeckis è un inevitabile ciclo catastrofico, che perdurerà sempre nella non-rigenerazione.
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