Verso una “geografia parallela”, da Georges Perec a Philippe Vasset

Autori

  • Giacomo Raccis Università degli Studi di Bergamo

Abstract

Nato da un titolo butoriano e nutrito di suggestioni postmoderniste, il concetto di “geografia parallela” incontra in questi anni uno sviluppo carsico ma originale in alcuni ambiti della ricerca urbanistica, antropologica e letteraria francese. Philippe Vasset ha tradotto in narrazione romanzesca alcuni degli esiti di queste ricerche, rappresentando una nuova forma di città contemporanea, che supera la vecchia immagine della metropoli senza centro per aprirsi a spazi che oltrepassano gli orizzonti tradizionali dello studio della città. Si tratta di quelle che vengono chiamate “zone bianche”, aree corrispondenti a coordinate satellitari che non vengono riconosciute dai comuni apparecchi di geolocalizzazione; si tratta anche di forme ipermoderne di ruderi e rovine, tipici della civiltà del tardo capitalismo. Sono spazi rimossi dall’orizzonte percettivo comune, poiché fuoriescono dalle norme del “consumo” e dell’“impiego”. Disertati dall’uomo, questi luoghi hanno mimetizzato i contrassegni dell’antropizzazione e appaiono adesso enigmi da interrogare e studiare attraverso un lavoro archeologico. Questo articolo si propone di indagare la narrativa di Philippe Vasset, e in particolare i romanzi Un livre blanc. Récit avec cartes (2007) e La conjuration (2013), per inserirli in una genealogia teorico-letteraria d’interrogazione dello spazio antropico che va da Walter Benjamin a Georges Perec, da François Bon a Iain Sinclair e arriva fino alla recente attività dell’Atelier de Géographie Parallèle, coordinato dallo stesso Vasset, che riunisce figure di varie professionalità allo scopo di elaborare nuove forme di esplorazione della città e dei suoi margini. Lo scopo è quello di osservare come la narrazione letteraria, con i suoi schemi finzionali, si leghi a esperienze concrete, contribuendo ad avanzare proposte pragmatiche mirate a sovvertire i modi consueti della fruizione degli spazi.

Biografia autore

Giacomo Raccis, Università degli Studi di Bergamo

Giacomo Raccis ha lavorato, come assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi Bergamo, a un progetto dedicato alla rappresentazione dell’artista nella narrativa italiana contemporanea e, in precedenza, a un progetto dedicato ai rapporti epistolari tra Giacomo Manzù e gli scrittori del Novecento. Ha studiato a lungo l’opera di Emilio Tadini, di cui ha curato una raccolta di testi critici sull’arte e la letteratura (“Quando l’orologio si ferma il tempo ritorna a vivere". Scritti 1958-1970, il Mulino, 2017) e sul quale ha pubblicato la monografia Una nuova sintassi per il mondo. L’opera letteraria di Emilio Tadini (Quodlibet, 2018). Oltre a portare avanti studi sul rapporto tra scrittura letteraria e arti visive, si occupa di romanzo storico, di letteratura italiana degli anni Zero e di racconto breve, tema sul quale da sei anni coordina un seminario permanente insieme a Nunzia Palmieri. Ha pubblicato La trama (Carocci, 2018). È redattore della rivista online La Balena Bianca.

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Pubblicato

30-04-2015

Come citare

Raccis, G. (2015). Verso una “geografia parallela”, da Georges Perec a Philippe Vasset. Elephant & Castle, (11). Recuperato da https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/154

Fascicolo

Sezione

Articoli