“[We] would prefer not to”. Metodologie e itinerari critici di Celati e Pavese traduttori di Melville

Autori

  • Livio Lepratto Università degli Studi dell'Aquila

Parole chiave:

Gianni Celati, Cesare Pavese, Herman Melville, Bartleby lo scrivano, poetiche traduttive

Abstract

Il presente intervento si propone un’indagine comparata di Gianni Celati e Cesare Pavese nella loro attività di “traduttori melvilliani”, a partire dallo studio di taluni corpora epistolari e privati pavesiani e celatiani, i quali ben ci testimoniano talune cruciali teorie e metodologie traduttive concepite nel tempo dai nostri due autori. Se in Pavese la traduzione del 1932 del romanzo Moby Dick (1851) assume connotati fortemente antifascisti, con una consapevolezza altrettanto “non neutrale” Celati si “riappropria” – a metà anni ’80 – dell’atipico racconto melvilliano Bartleby, the Scrivener (1853) per la sua capacità di affermare un dissenso netto ma non violento nei confronti della società del tempo. La traduzione dei testi melvilliani da parte dei nostri due autori fa inoltre emergere talune delle questioni traduttologiche maggiormente nevralgiche e dibattute in decenni di studi sulla traduzione, a partire da taluni insolubili binomi oppositivi quali “fedeltà/infedeltà” e “traduzione/riscrittura”, mostrandone peraltro tutta l’attuale inadeguatezza e “sterilità”. I casi di Pavese e Celati traduttori di Melville ci restituiscono una metodologia traduttiva che rifugge orgogliosamente da quell’“invisibilità del traduttore” teorizzata e condannata da Lawrence Venuti, avanzando semmai un’idea di traduzione intesa quale autentica “seconda creazione”, attraverso talvolta autentiche deformazioni del testo fonte, che non possono non rimandare alle “tendenze deformanti” teorizzate da Antoine Berman.

Biografia autore

Livio Lepratto, Università degli Studi dell'Aquila

Livio Lepratto ha conseguito nel 2017 un Dottorato di ricerca in “Storia dell’arte e dello spettacolo” presso l’Università di Parma, ricoprendovi poi, dal 2017 a oggi, il ruolo di Research Assistant nell’ambito dell’insegnamento di Storia e critica del cinema. Dal 2020 egli ha intrapreso un Dottorato di ricerca in “Letterature comparate” presso l’Università degli Studi dell’Aquila. Le sue ricerche si concentrano principalmente sulla sceneggiatura cinematografica, sulla storia della critica cinematografica italiana, e sulle relazioni intersemiotiche tra il cinema e la letteratura. Su tali argomenti ha partecipato quale relatore a diversi convegni nazionali e internazionali, e ha scritto vari saggi e contributi, tra i quali ricordiamo almeno: Ungaretti uomo di cinema e televisione (in E. Mondello, M. Tortora [a cura di], Ungaretti intellettuale, Fondazione Camillo Caetani, Roma, 2021); From the Apennines to the Andes: ‘Global neorealism’ in the intercontinental dialogue between Zavattini and García Márquez («JICMS», 10:2, 2022); Da Gli indifferenti a La grande bellezza. La rappresentazione della borghesia romana da Moravia al cinema italiano (in L. Faienza, L. Marchese, V. Merola, G. Simonetti [a cura di], Gli indifferenti, romanzo di oggi, «Bollettino ’900», n. 1-2, gennaio-maggio 2022).

Downloads

Pubblicato

15-07-2023

Come citare

Lepratto, L. . (2023). “[We] would prefer not to”. Metodologie e itinerari critici di Celati e Pavese traduttori di Melville. Elephant & Castle, (29). Recuperato da https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/449