Quando fugge Atalanta. Dalle emozioni della materia alla coscienza
Abstract
La considerazione dell’origine etimologica del termine ‘emozione’ ci induce a riflettere sulla nozione di movimento come motivo di indagine di molta parte della filosofia antica. La natura pre-linguistica del movimento, sia fisico che emozionale, ci spinge quindi ad accostare comparativamente i movimenti visibili del regno vegetale e di quello animale a quelle invisibili dinamiche della mente che riguardano, da un lato il sovvertimento del linguaggio da parte della poesia e delle riduzioni/alterazioni della coscienza, dall’altro l’elaborazione che coinvolge tanto l’una che l’altra, di una diversa nozione di tempo. L’antica ricerca alchemica, che fonda lo studio dei mutamenti della materia proprio sui concetti di tempo e di linguaggio, nel dialogo ancora tutto da fondare con le moderne neuroscienze, si può configurare allora come recupero di una dimensione intellettuale del ‘sentire’, ben celata dagli antichi nelle loro favole, come nel mito ovidiano-alchemico dell’ Atalanta fugiens.