Niche Fashion Magazine as Artwork. Alle origini postmoderne di un ‘campo indefinito di molte esplorazioni’ fotografiche
DOI:
https://doi.org/10.62336/unibg.eac.32.509Parole chiave:
Editoria indipendente, Fotografia di moda, Postmodernismp, Nomadismo culturale, Massificazione dell'avanguardiaAbstract
All’alba del nuovo millennio si assiste all’affermazione, nel panorama della stampa periodica indipendente, di un genere ibrido di rivista, sulle cui pagine la moda e l’arte convivono mescolate, in primis attraverso i contenuti fotografici. Si tratta dei cosiddetti niche fashion magazines, diretta filiazione di politiche editoriali tese a innescare meccanismi di interfaccia, fecondazione incrociata e metamorfosi tra i due campi, in grado di sfumare le linee di demarcazione tra l’industria culturale e la ricerca artistica propriamente intesa. In questa direzione, testate come Visionaire o Purple hanno attratto i flussi migratori di esponenti della scena fotografico-artistica coeva assai propensi, in linea con un nomadismo culturale di matrice postmoderna, a mettere al servizio del giornalismo di moda la propria prassi operativa, favorendo così il trasferimento da un campo all’altro di poetiche e codici linguistici. Andando alle radici di tale tensione al movimento che trova radicamento nella temperie culturale degli anni Ottanta, l’articolo mira dunque a porre in risalto le fasi aurorali delle dinamiche di mercificazione della cultura e culturalizzazione della merce che hanno favorito la fioritura di questa nicchia editoriale, anticipata da realtà seminali quanto marcatamente anticonvenzionali come View/Vue, inserto del settimanale newyorkese The Village Voice, o Six, il flagship magazine del brand Comme des Garçons.
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