Il corpo della vulnerabilità

Autori

  • Flavia Dalila D'Amico

Abstract

Il seguente saggio intende ripercorrere i significati assunti dalla vulnerabilità ancorata al corpo del performer dagli anni '70 ad oggi. L'analisi si restringe al campo delle arti più propriamente performative (Teatro, Danza, Performance), individuando l'arco cronologico proposto come il più rappresentativo per la problematica posta in rilievo. A partire dalla revisione estetica e culturale avviata negli anni '70 infatti, la carne dell'attore/danzatore è divenuta dispositivo di innumerevoli discorsi tanto da far scivolare il piano d'attenzione dal personaggio alla persona che lo interpreta. Di pari passo la vulnerabilità stessa sembra essere passata da un regime di rappresentazione mimetica ad un regime di presentazione sintomatica. L'analisi parte infatti dall'ipotesi che lo spostamento del focus dal ruolo alla persona inscriva anche i significati prodotti dal corpo, colto non più come traduttore di vulnerabilità psicologiche del personaggio, ma nella sua superfice, dove gravita il suo retaggio culturale e la materialità della sua vulnerabilità. Il corpo al centro della scena diviene attestazione di presenza, entità culturale, conduttore di senso, diventa esso stesso testo. Oggi, a prendere voce sul palcoscenico è l'esperienza diretta di performer disabili, i quali mettono in atto strategie politiche completamente differenti rispetto a quelle degli anni '70. Sembrerebbe infatti che i performer traducano la propria malattia seguendo diverse traiettorie, in alcuni casi infatti la disabilità si traduce sotto forma di resilienza, di resistenza ad un corpo fragile, in altri funge da canale di avvicinamento con lo spettatore. L'obbiettivo ultimo del saggio è quello di comprendere dove queste traiettorie conducano.

Biografia autore

Flavia Dalila D'Amico

Flavia Dalila D'Amico è una studiosa nel campo delle Arti visive e performative, videomaker e redattrice. Come studiosa ha ottenuto il titolo di Dottore di Ricerca in Musica e Spettacolo presso l’Università di Roma, La Sapienza con la tesi: “Le aporie del corpo eccentrico: Per una riconfigurazione del soggetto in scena” che indaga la relazione tra la soggettività e il corpo nelle pratiche artistiche contemporanee, tra fotografia, performance e teatro. E' stata assegnista presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell'Università di Padova con una ricerca dal titolo: “Luce e Suono in scena tra patrimonio e innovazione”. La ricerca ha avuto un doppio esito: la storicizzazione dei rapporti tra artisti e aziende nell'invenzione dispositivi tecnologici pensati per l'esecuzione dal vivo dagli inizi del '900 a oggi; L'ideazione e la stipula di una partnership tra la compagnia Tam Teatromusica e la Start Up Mogees Limited, partnership che si è concretizzata con l'allestimento dello Spettacolo “I sei Cigni”, prima nazionale 15/12/2018, Padova. Nel 2014 ha preso parte al programma di scambio internazionale “DAAD”, studiando alla Freie Universität di Berlino.
Come videomaker ha lavorato per diverse società di produzione televisiva e cinematografica e dal 2010 fa parte del collettivo artistico Vjit insieme a Francesco Iezzi e Maria Costanza Barberio. Vjit è un progetto interdisciplinare con base a Roma, il cui ambito di sperimentazione ruota attorno all'interazione tra suono immagine e azione dal vivo. Come redattrice, scrive e gestisce i contenuti multimediali delle riviste “Artribune”, “Pac”, “Scene Contemporanee” e “Alfabeta2” collabora alle ricerche e alla manutenzione della piattaforma “Sciami Ricerche” curata da Valentina Valentini. Si occupa della comunicazione e promozione del Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma, diretto da Veronica Cruciani.

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Pubblicato

31-12-2014

Come citare

D’Amico, F. D. (2014). Il corpo della vulnerabilità. Elephant & Castle, (10). Recuperato da https://elephantandcastle.unibg.it/index.php/eac/article/view/146

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