Il simposio e la tradizione platonica: origine e sviluppi del mito del coppiere divino
Parole chiave:
Ganimede, Platone, Simposio, Senofonte, TeognideAbstract
Il contributo esamina l’origine e gli sviluppi del mito del coppiere divino Ganimede in rapporto al simposio e alla tradizione platonica, mediante un’analisi comparatistica di varie fonti letterarie e iconografiche.
La sua figura, presente già in Omero (Il. V 259-72, XX 230-235), è interpretata in modi differenti nel corso dei secoli, dando luogo a tre principali linee di lettura: di tipo (omo)erotico, simbolico e storico-evemeristico.
Un legame precipuo di Ganimede con la dimensione simposiale emerge da Teognide (1345-50) a Euripide (Cyc. 577-689), oltre che nelle prime rappresentazioni iconografiche della ceramica ateniese di tardo VI a.C.
Nelle Leggi (I 636c-d), Platone suggerisce una genesi cretese del mito, che è possibile connettere con i rapimenti iniziatico-rituali dell’isola. Nel Fedro (255c-d), invece, rielabora ulteriormente la sua figura leggendola come simbolo di elevazione spirituale e unione divina, così come fa Senofonte nel Simposio (VIII 30), prendendo in considerazione l’etimologia.
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