Editoriale
Résumé
Questo numero si concentra sulla rilevanza di questo personaggio, l’artista appunto, nell’immaginario antico e moderno, legato a doppio filo alla stratificazione di significati e pregiudizi che nel corso dei secoli si sono depositati sulla sua figura. Al contempo visto come individuo enigmatico, dotato di facoltà quasi sciamaniche, oppure scaltro falsificatore, interessato solo a colonizzare l’immaginario popolare – e a lucrarci sopra – grazie a ‘trovate’ a buon mercato (“Per me vale la regola del minimo sforzo, massimo risultato”, ha affermato Damien Hirst, 2001), l’artista sembra destinato a essere continuamente oggetto di opinioni polarizzate. Questa polarizzazione riflette una sostanziale difficoltà della cultura contemporanea a comprendere il suo statuto professionale, il suo ruolo sociale e la sua prassi espressiva con importanti ricadute. I contributi raccolti in questo numero chiamano dunque in causa il doppio versante delle forme di rappresentazione e autorappresentazione dell’artista in diversi ambiti d’analisi dalla narratologia alla filologia, dalla sociologia dell’arte ai visual studies, passando per la critica tematica e le teorie della ricezione.
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