Pratiche dell’abitare e dell’identità nel cinema di Gus van Sant
Abstract
Fra i registi più apprezzati del cinema americano contemporaneo per la sua personalissima ricerca sulle immagini, Gus van Sant è senza dubbio il cineasta che più di altri ha saputo cogliere il disagio della generazione giovanile degli ultimi decenni. Accostandosi liricamente a delle identità in formazione, senza mai adottare uno sguardo giudicante, ma anzi lavorando sulla ricerca di una distanza di osservazione ideale, van Sant ha tratteggiato una forma di umanità quanto mai incerta e magmatica. Il presente contributo si propone di indagare il rapporto esistente fra i processi di costruzione dell’identità individuale e lo spazio fisico. A partire da qui sarà possibile individuare diverse figure dell’essere nei luoghi, la cui evoluzione segue da vicino l’indagine di van Sant sulle immagini e sugli individui. La strada, lo schermo, il deserto, la scuola corrispondono a diverse strategie di permanenza nel mondo, che caratterizzano i personaggi di van Sant, sempre sospesi fra dimensioni diverse.