N. 33 (2024): Circolazione dei saperi degli attori in Europa tra Sette e Ottocento
a cura di Vincenzo De Santis (Università di Salerno), Virginie Yvernault (Sorbonne Université), Giuseppina Giuliano (Università di Salerno), Stefano Amendola (Università di Salerno)
Studi recenti sulla recitazione del XVIII e XIX secolo hanno ricostruito efficacemente le tradizioni nazionali e le loro evoluzioni in Europa, hanno tracciato le carriere degli attori popolari e il loro impegno con le culture straniere e hanno esaminato la recitazione all'interno di contesti sociali, storici e mediatici. L'epoca dell'Illuminismo ha segnato un cambiamento cruciale nell'evoluzione della recitazione, grazie alla maggiore attenzione agli aspetti visivi e materiali del teatro in Europa e agli scambi con altri campi del sapere. La proliferazione dei trattati sulla recitazione elevò il mestiere dell'attore a forma d'arte al pari della creazione letteraria, riconoscendo gli attori come creatori di opere artistiche uniche. Questa nuova dignità è evidente nei ritratti e nelle rappresentazioni iconografiche, come il ritratto di Garrick realizzato da Pompeo Batoni, e continua nel XIX secolo con l'industrializzazione del teatro e l'ascesa del divismo. Gli studi qui presentati indagano la trasmissione e la circolazione del sapere attoriale tra Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Russia e Spagna durante il XVIII e il XIX secolo, esplorando temi quali le traduzioni e gli adattamenti dei trattati di recitazione, la formazione internazionale degli attori e l'interazione tra il sapere drammatico e altri saperi scientifici.